Shaimaa Samy
giornalista, ricercatrice e attivista dei diritti umani presso l'Arab Network for Human Rights.

Attualmente è detenuta in custodia cautelare, in attesa che il suo caso, il n. 65 del 2021, venga esaminato da un tribunale. Le accuse sono di aver aderito a un gruppo terroristico, aver diffuso notizie false e aver mal utilizzato i social media, i classici capi d'imputazione che il governo egiziano usa contro giornalisti, ricercatori e attivisti.


Shaimaa Sami è nota per il suo impegno nel monitoraggio delle violenze contro i detenuti politici e il blogging sulla rivoluzione di piazza Tahrir.


Il 20 maggio 2020, a causa delle sue attività giornalistiche, Shaimaa viene arrestata nella sua abitazione, ad Alessandria, trattenuta illegalmente in un posto sconosciuto per un periodo di 10 giorni per poi essere portata nella Procura per la sicurezza Nazionale, dove sarà poi interrogata e accusata di aver diffuso notizie false, di aver usato impropriamente i social media e di essersi unita a un gruppo terroristico nel caso n. 535 del 2020.


Il 17 gennaio 2021, dopo otto mesi di custodia cautelare, è stato firmato il suo ordine di rilascio, ma tale rilascio non è mai stato effettuato. Il 30 gennaio 2021, dopo 13 giorni di custodia illegale, viene nuovamente convocata alla Procura per la sicurezza Nazionale, dove viene incriminata in un nuovo caso, il n. 65 del 2021, con le medesime accuse del precedente.


Tutt’ora, è detenuta in custodia cautelare, e la sua detenzione viene rinnovata automaticamente ogni 15 giorni, senza mai eseguire interrogatori, sebbene la National Security Investigations Service non abbia fornito alcuna prova materiale per dimostrare la validità delle accuse mosse contro di lei.






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