Domenica 14 febbraio un'unità delle forze nazionali di sicurezza ha fatto irruzione in casa dei familiari di Mohamed Soltan e arrestato uno dei suoi cugini. Ad ora, non si hanno notizie circa il luogo in cui si trova, il suo stato psico-fisico, o l'esistenza di accuse a suo carico.
Solo pochi giorni prima, il 10 febbraio, le stesse forze nazionali di sicurezza erano entrate nell'abitazione di famiglia di Taqadum Al-Khatib a Luxor e interrogato i suoi genitori circa il suo nuovo indirizzo di residenza, la sua situazione finanziaria, i canali attraverso i quali comunica con la famiglia, e i motivi della sua permanenza in Germania, dove attualmente vive. Un ufficiale ha inoltre scattato fotografie dei documenti dei genitori di Al-Kathib, ed infine sono stati sequestrati un cellulare, alcune fotografie di famiglia, e i contratti relativi alle loro proprietà.
L'incursione nella casa di famiglia di Al-Kathib sembra un chiaro atto intimidatorio, anche e soprattutto alla luce di una sua testimonianza, recentemente resa pubblica, che svela alcuni retroscena del caos che ha investito la politica egiziana a seguito delle proteste iniziate il 25 gennaio 2011. Tale testimonianza risulta particolarmente scomoda perché evidenzia il ruolo del Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF) durante tale periodo di transizione.
Quello del 10 febbraio non è stato il primo atto persecutorio messo in campo dal regime egiziano contro Al-Khatib, che nel 2017 si è visto ritirare una borsa di studio e ha ricevuto minacce dell'ambasciata egiziana di Berlino per aver raccolto e divulgato alcuni documenti custoditi presso diverse biblioteche di Berlino, che provavano la sovranità dell'Egitto sulle Isole di Tiran e Sanafir.
Qualcosa di simile alla campagna persecutoria contro Al-Khatib sta accadendo anche a Mohamed Soltan e alla sua famiglia. Il 15 giugno 2020 le forze di sicurezza hanno arrestato e trattenuto illegalmente per circa 48 ore cinque dei cugini di Soltan. Si ritiene che questo tentativo di intimidazione contro la famiglia di Soltan fosse diretto a scoraggiarlo dal portare avanti una causa che aveva intentato negli Stati Uniti contro l'ex Primo ministro egiziano Hazem el-Beblawi.
Queste ed altre forme di ritorsione sono diventate sempre più comuni in Egitto negli ultimi anni, indice di una chiara volontà di mettere a tacere attivisti/e, difensori/e dei diritti umani e giornalisti/e tanto nel Paese, quanto fra i membri della diaspora egiziana. Come molte altre voci critiche, Sanaa Seif e Alaa Abdel-Fattah si trovano ancora dietro le sbarre sulla base di accuse infondate, mentre i loro familiari sono vittime di continui atti intimidatori da parte delle autorità.
Nel corso degli anni, la comunità delle e dei difensori dei diritti umani ha documentato e denunciato le ritorsioni operate dal regime contro gli attivisti, le attiviste, e le loro famiglie. Nel 2018, gli special rapporteur delle Nazione Unite Leyland Farha e Michel Forst hanno espresso preoccupazione circa la campagna intimidatoria portata avanti dal governo egiziano contro le e i difensori dei diritti umani, identificando in essa "uno schema allarmante ai danni di individui e comunità".
Le Organizzazioni firmatarie di questo appello intendono richiamare il governo egiziano alle proprie responsabilità in merito alla sicurezza e all'integrità fisica dei parenti di Taqadum Al-Khatib e Mohamed Soltan attualmente detenuti in carcere.
Le stesse organizzazioni chiedono inoltre al governo di astenersi dal compiere ulteriori atti di ritorsione in futuro, e di rilasciare immediatamente tutti e tutte coloro che sono attualmente detenuti a causa del loro impegno politico per i diritti umani.
Le Organizzazioni firmatarie:
1. Centro arabo di studi su diritto e società.
3. Istituto andaluso per la tolleranza e gli studi antiviolenza "AITAS".
4. L'Iniziativa per la Libertà.
5. Iniziativa franco-egiziana per i diritti e le libertà.
6. Fronte egiziano per i diritti umani.
7. Istituto del Cairo per gli studi sui diritti umani (CIHRS).
8. Forum egiziano per i diritti umani المنبر المصري لحقوق اﻹنسان.
9. EgyptWide (Iniziativa italo-egiziana per i diritti e le libertà).