Il rapporto"MADE IN ITALY PER REPRIMERE IN EGITTO" documenta l'esportazione di armi leggere e di piccolo calibro di fabbricazione italiana in Egitto tra il 2013 e il 2021, e il loro utilizzo in violazioni dei diritti umani commesse da attori statali. 

Un filo conduttore unisce la produzione di armi piccole e leggere in Italia e il loro uso improprio da parte della polizia e delle forze armate e di sicurezza in Egitto: è la mancanza di accountability, che consente ai produttori tanto quanto a coloro che commettono abusi dei diritti umani di sfuggire alle proprie responsabilità per le conseguenze delle loro azioni sui diritti umani , sancite dal diritto nazionale e internazionale.  

Il commercio di armi piccole e leggere è caratterizzato da una notevole opacità e da una cronica mancanza di trasparenza, il che significa che gli organismi di regolamentazione statali e internazionali faticano a monitorare il trasferimento dei sistemi d’arma che l'Italia esporta ogni anno in Egitto, minando così la capacità dello stato di regolamentare tale commercio alla luce delle preoccupazioni per i diritti e la sicurezza umana.  

Questa ricerca fornisce un resoconto per quanto possibile completo del volume, del valore e del contenuto del commercio di armi piccole e leggere tra Italia ed Egitto nel periodo 2013-2021. 

I dati contenuti nel rapporto, frutto dell'analisi incrociata di molteplici banche date governative e internazionali, dimostrano che l'Italia non ha mai interrotto la vendita di armamenti all'Egitto nell'ultimo decennio, nemmeno all'indomani dell'omicidio di Giulio Regeni, ma anzi ha venduto all'Egitto armi piccole e leggere per un valore superiore ai 62 milioni di euro. 

Il materiale esportato comprendeva oltre 30.120 revolver e pistole automatiche, più di 3.600 fucili e più di 470 fucili d'assalto, oltre a un numero imprecisato di carabine, mitragliatrici leggere e pesanti, fucili da caccia, munizioni, tecnologia e software per uso militare e componenti di ricambio.   

Così facendo, l'Italia ha contravvenuto alle disposizioni contenute nella sua stessa legge nazionale, la n. 185/1990, la Posizione comune europea 2008/944/PESC e l’Arms Trade Treaty, che vietano l'esportazione di materiale militare verso Paesi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani o in cui tale materiale possa essere utilizzato per la repressione interna.  

Inoltre, il presente rapporto fa luce sull'uso improprio di armi piccole e leggere di fabbricazione italiana in Egitto, documentando episodi in cui le armi da fuoco prodotte in Italia sono state utilizzate per commettere abusi quali repressione interna, brutalità della polizia nei confronti di manifestanti pacifici e pacifiche e persino  esecuzioni extragiudiziali. Tra i modelli d’arma esportati dall’Italia ed utilizzati per commettere violazioni dei diritti umani, spiccano i fucili Beretta 70/90 e ARX160, i fucili Benelli M3T Super 90 e M1 Super 90, e pistole Beretta F92.

Dimostrando e sottolineando l'esistenza di un nesso tra la proliferazione di armi piccole e leggere e il deterioramento della sicurezza umana e dei diritti fondamentali in Egitto, questo rapporto chiede di fermare i trasferimenti di armi all'Egitto alla luce del loro comprovato utilizzo in violazioni dei diritti umani.  

Il rapporto presenta raccomandazioni al Parlamento e al governo italiano e agli organi competenti a livello europeo, quali il Parlamento e il Consiglio d’Europa, affinché vengano garantite l’accountability dei Paesi esportatori e il rispetto delle norme esistenti in materia di commerci d’arma e protezione dei diritti umani, tra cui la legge italiana L.1990, N. 185 e il Trattato sul commercio d’armi (ATT), ovvero sospendendo tutte le esportazioni di armi piccole e leggere verso l’Egitto.

Il rapporto sarà presentato ufficialmente presso la Sala stampa della Camera dei Deputati il giorno 24 maggio 2023, alle ore 10:00.

Il rapporto è disponibile in inglese, italiano e arabo (prossimamente disponibile):

The Full Report in English
Il Rapporto Completo in Italiano
التقرير كامل بالعربية

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