Ai Primi Ministri del Belgio, Alexander De Croo, della Grecia, Kyriakos Mitsotakis, e dell'Italia, Giorgia Meloni, e alla Presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen,

Le organizzazioni della società civile firmatarie vi contattano in vista della vostra imminente visita a Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica egiziana, Abdel-Fattah el Sisi, per esortarvi ad adottare tutte le misure necessarie per garantire che i diritti umani, la sostenibilità sociale e ambientale e l'equità siano integrati nell'accordo bilaterale UE-Egitto, che la vostra missione intende perseguire.

Le nostre preoccupazioni riguardo al contenuto e alla portata di questo partenariato - che richiama quello siglato dall'UE con la Tunisia nel 2023 - derivano dallo spaventoso bilancio dell'Egitto in materia di diritti umani, soprattutto in settori quali il controllo delle frontiere e la gestione dei flussi migratori, che l'accordo copre. Ricordiamo che, nel perseguimento di simili partenariati strategici, è essenziale che l'UE e i suoi Stati membri affrontino la crisi dei diritti umani e dell’accountability in Egitto includendo chiari parametri di riferimento per le riforme nel prossimo partenariato, in modo da promuovere lo stato di diritto, una governance responsabile e la stabilità; in caso contrario, il sostegno finanziario dell'UE rischierà di sovvenzionare le stesse politiche insostenibili del governo egiziano che hanno minato i diritti politici ed economici nel Paese.  

Inoltre, è sempre più evidente che l’accaparramento di combustibili come il GNL da parte dell'UE (esemplificata dalla firma di un memorandum trilaterale con Egitto e Israele nel giugno del 2022), da un lato, e la sua spinta a esternalizzare il controllo delle frontiere esterne vicini, dall'altro, sono alla base di processi di fragilizzazione di vasta portata delle comunità e degli ecosistemi in tutto il Nord Africa e oltre. Nel caso dell'Egitto, tali impatti sono stati documentati come conseguenza degli accordi energetici tra le autorità egiziane e le aziende europee come ENI e SACE. Tali partenariati alimentano le violazioni dei diritti umani in vari modi, in particolare sfruttando la repressione dei sindacati e dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici in Egitto, generando ulteriore vulnerabilità e dipendenza economica e aumentando l'insicurezza energetica della popolazione egiziana. Le autorità egiziane sono state di recente accusate di aver fatto un'operazione di greenwashing per mascherare il proprio operato criminoso in materia di diritti umani, aggravando una spirale di povertà attraverso impegni superficiali verso la neutralità climatica, perseguiti con il sostegno diretto dell'UE e dei suoi Stati membri attraverso il pagamento di prestiti.  

L'accordo bilaterale che l'UE intende firmare con l'Egitto sembra andare in questa direzione. Senza l’inclusione di parametri di riferimento relativamente a diritti umani e accountability, tale accordo fornirebbe anche una legittimazione all’esercizio autoritario, non-trasparente e non sostenibile del potere del governo di el Sisi, sotto il quale la situazione dei diritti umani in Egitto è peggiorata costantemente dal 2014.  

Nonostante questo preoccupante stato di cose, nell'ultimo decennio l'UE e i suoi Stati membri hanno scelto di incrementare la cooperazione strategica con le autorità egiziane in diversi settori, tra cui la cooperazione di polizia e di difesa, il sostegno finanziario diretto e indiretto e l’erogazione di investimenti, la vendita di riammissioni coattive, la produzione di energia, la gestione dei confini e gli accordi in materia di accordi di riammissione. Tutto ciò ha contribuito al consolidamento di una governance non-trasparente e dell'impunità in Egitto, che a loro volta alimentano la disuguaglianza economica, l'insicurezza sociale e l'emigrazione. 

Recentemente, l'UE ha firmato un accordo strategico con il presidente tunisino Kais Saied che includeva, tra altre questioni di politica internazionale, disposizioni profondamente controversa per la gestione dei flussi migratori tra la Tunisia e l'UE, nonostante l'impennata di discorsi di odio, incitamento alla violenza, e abusi contro migranti e rifugiati/e da parte delle autorità tunisine nel 2023. Inizialmente salutato come un successo di politica estera in Europa, l'accordo non ha prodotto gli effetti previsti dai suoi sostenitori, come dimostra il forte aumento del numero di persone che hanno cercato di raggiungere l'Italia via mare all'indomani della sigla dell'accordo. Il caso della Tunisia esemplifica come la governance autoritaria e l'approccio securitario dell'UE al controllo delle migrazioni non solo siano inefficaci nel regolare fenomeni di natura strutturale, ma generino conseguenze tragiche in termini di sofferenza, ingiustizia e perdita di vite umane, che possono e devono essere evitate.

Vi esortiamo ad adottare un approccio maggiormente olistico alla sostenibilità, alla sicurezza energetica, allo sviluppo e alla gestione delle migrazioni nella negoziazione di accordi bilaterali con l'Egitto, riconoscendo la centralità dei diritti umani e della trasparenza nei confronti di tutti gli esseri umani, con particolare riguardo ai diritti alla mobilità e alla ricerca di asilo, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, i diritti socio-economici nel campo della sicurezza energetica, la libertà di espressione e di informazione, e le libertà civiche in senso più ampio. L'imminente nuovo partenariato UE-Egitto deve includere una chiara condizionalità in materia di diritti umani e parametri di riferimento per valutare l'attuazione e i progressi tangibili di questo partenariato e dello Stato di diritto, della governance democratica e dell'attuazione dei diritti umani nel Paese, al fine di promuovere una governance responsabile e sostenibile dell'Egitto in futuro. Questo è l'unico modo per costruire una vera stabilità nel Paese e aiutare l'Egitto a porre fine al ciclo di crisi ripetute che da anni sta attraversando.

Firme:

  • A Buon Diritto Onlus
  • ARCI
  • Istituto del Cairo per gli studi sui diritti umani (CIHRS)
  • Center of Legal Aid “Voice in Bulgaria”
  • CNCD-11.11.11
  • Fronte egiziano per i diritti umani (EFHR)
  • Forum egiziano per i diritti umani (EHRF)
  • Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR)
  • Egitto per i diritti umani
  • EuroMed Rights
  • Greek Council for Refugees (GCR)
  • Greek Forum of Refugees
  • HuMENA per i diritti umani e l'impegno civile
  • Inter Alia
  • Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH)
  • Legal Centre Lesvos
  • Mobile Info Team
  • ReCommon
  • Refugee Legal Support (RLS)
  • The Indigenous Environmental Network (IEN)
  • Un Ponte Per
  • Yoga and Sport with Refugees

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